“Un mondo senza donna è un mondo sterile”. Con queste parole Papa Francesco ha voluto sottolineare l’importanza delle donne per il Mondo, durante l’Angelus di domenica 8 Marzo. Grandi scoperte, grandi nobel, grandi astronauti hanno visto spesso protagonista la figura femminile, facendo vivere momenti di riscatto per un genere spesso ingiustamente posto su un livello inferiore rispetto a quello maschile.
La manifestazione “Storie di Donne”, ha voluto proprio raccontare di queste donne di frontiera, di queste donne dal forte riscatto, di queste donne con una marcia in più, che hanno saputo affermarsi nel silenzio e all’ombra del loro operato.
Di donne di frontiera, durante la serata, se ne sono viste molte e tutte appartenenti al nostro territorio. A dare l’incipit alle testimonianze è stata la Dott.ssa Papotto, che grazie alla sua decennale conoscenza del settore della disabilità mentale, ha voluto portare diverse esperienze di vita vissuta. A seguire, Suor Lucia Siracusa, salesiana, impegnata ormai da tempo nell’atavica lotta tra legalità e criminalità; il substrato della sua azione pastorale è, per l’appunto, quello del difficile quartiere popolare di Librino. Questa “piccola matita nella mani di Dio”, per citare la Beata Teresa di Calcutta, è riuscita negli anni a portare avanti la difficilissima opera di recupero dei giovani del quartiere, strappandoli spesso alla criminalità, purtroppo ben radicata in quella zona di Catania.
E’ stato poi il momento di Rosaria Spinella, anch’ella una grande donna che, nel silenzio della sua opera quotidiana nell’ambito della sordità, ha voluto scuotere le coscienze dei presenti portando la personale testimonianza di come una disabilità possa diventare risorsa. Si presenta infatti come educatrice sorda e sin da subito l’emozione in sala è palpabile.
La sua è una di quelle storie ricche di doni e dalla quale non traspaiono momenti di ribellione, nonostante la sua sordità sia arrivata all’età di due anni. In perfetta sintonia con lo stile del cammino di fede vissuto, Rosaria ribadisce in più passaggi che la sua è stata una “Croce leggera”; leggera perché ha avuto accanto una famiglia che l’ha sempre supportata, sostituita oggi dal marito; leggera perché ha avuto sin da bambina un’Associazione, l’A.F.A.E, che l’ha formata attraverso professionisti specializzati nella sordità, che l’hanno condotta lungo un percorso difficile mirato a forgiare la Rosaria di oggi. “Queste persone – dice Rosaria – mi hanno restituito la vita una seconda volta, e senza le quali non sarei la persona che vedete oggi. Il Signore non ha mai smesso di farmi doni continui e per questo motivo dico che la mia croce non è mai stata pesante”. L’altro dono, forse il più grande, è poi arrivato grazie alla partecipazione di Rosaria ad una delle più ferventi realtà parrocchiali adranite, l’oratorio di Padre La Manna, all’interno del quale la protagonista ha scoperto come questa croce potesse trasformarsi in dono per gli altri, diventando risorsa. Un fiume in piena, quello di Rosaria, che superata l’emozione iniziale è riuscita a inondare la platea di interrogativi, scuotendone le coscienze: “Anche i bambini – continuando – attraverso questo mio terzo dono, sono riusciti a capire come rapportarsi con la sordità. Sfiderei voi adulti, quante volte avete incontrato un sordo e avete pensato a come poter parlare con lui; sfiderei ancora voi, adulti, quando incontrate qualcuno in carrozzina, a non avere pregiudizi, visto che spesso nemmeno vogliamo porgere la mano. Attraverso questo handicap il Signore ha compiuto queste e altre meraviglie, fin quando Lui stesso mi ha riportato a casa, all’A.F.A.E. che è la mia famiglia, facendomi rientrare da professionista.” . E’ come un cammino nel deserto degli Israeliti, quello di Rosaria, ma che alla fine del suo peregrinare gli fa scoprire una terra promessa stillante latte e miele. Questa terra promessa sta nell’ essere riuscita a capire il senso della sua croce, che altrimenti sarebbe diventa insopportabile e pesate. L’essenza stessa di questa croce è l’averla resa luminosa e anziché insopportabile, risorsa! Solo attraverso il “dono” della propria esperienza agli altri – è convinta Rosaria – si potrà creare un mondo migliore. Rosaria ha sicuramente colpito nel segno ed è riuscita a trasmettere, forse, un germe di sensibilità al mondo della sordità, tant’è che i 600 partecipanti all’evento hanno voluto applaudire la protagonista con l’applauso tipico dei sordi.
Presente nella platea anche il Presidente dell’Associazione.
Durante la serata, le varie testimonianze sono state inframmezzate da momenti musicali offerti da diversi gruppi scolastici Biancavillesi, dall’Associazione DB Friends ed Yvii Party. A condurre la serata il giornalista Vincenzo Ventura, nonché promotore dell’evento attraverso il gruppo Symmachia.